1974, Architetto – Responsabile coordinamento urbanistico e progettazione architettonica
Nato a Busto Arsizio (Varese), vive a Legnano (MI)
Mi legano a questo progetto vent’anni di vita ormai. Una prima fase (avviata nel 2004 e conclusasi nel 2018) durante la quale si è, di fatto, redatto solo un piano urbanistico. Il nostro studio aveva un ruolo di co-progettazione dell’intero intervento (opere private e pubbliche) inclusa una parte di quota residenziale. Tutte opere che ho seguito peraltro con Anna, la mia socia che, ahimè, è venuta a mancare troppo presto e non ha potuto vederne il compimento.
Dal 2018 in avanti, la svolta dettata dal coinvolgimento, di cui vado peraltro molto orgoglioso, dell’Arch. Mario Cucinella e del paesaggista francese Michel Desvigne. Dopo molte gravose vicissitudini, queste due figure hanno portato lo slancio necessario al compimento di un’impresa fuori dal comune, concretizzando la visione dell’Ing. Claudio De Albertis. L’idea chiave è stata infatti ridisegnare SeiMilano attorno alla costruzione di un nuovo parco urbano ispirato al paesaggio della pianura padana, l'opera pubblica più importante che questo progetto lascia al territorio.
Alla fine del 2018 con l’ottenimento dei primi permessi a costruire, abbiamo pensato che si potesse finalmente cambiare rotta e andare a modificare lo scenario di un pezzo di città con un intervento che si estende oltre il limite fisico delle opere, generando nuovo dinamismo su una compagine urbana più ampia.
A quel punto, mantenendo il coordinamento delle opere urbanistiche, il nostro studio ha curato la progettazione architettonica dell’asilo e della scuola materna (spazio cerniera tra l’area di Via Parri e SeiMilano).
La novità di questo progetto è la volontà di Borio Mangiarotti di misurarsi con un approccio nuovo, puntando molto sul racconto del processo e sul coinvolgimento della Comunità, con l’intento (anche prendendo spunto dalle esperienze delle cooperative coinvolte nell’iniziativa) di costruire un legame fisico e culturale con il luogo che possa continuare anche dopo la posa dell'ultimo mattone. Visionario e coraggioso, questo era l'Ingegner Claudio De Albertis. Ha avuto la capacità di vedere oltre “quella landa desolata” superando la diffidenza dei molti che criticavano questa scelta. Lui, penso, sia stato uno dei primi a credere nella rigenerazione delle periferie. Sosteneva che la città doveva ripartire da lì; e aveva ragione.
Foto © Isabella Sassi Farìas