mar, 24 settembre 2024

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Arianna Racanelli

1995, Ingegnere – Ufficio Sicurezza, Qualità e Ambiente 
Nata a Bari, vive a Milano

Mi chiamo Arianna, sono di Bari. Dopo il liceo classico, mi sono trasferita al Politecnico di Milano per una laurea magistrale di cinque anni in Ingegneria edile e Architettura. Durante l’ultimo anno, ho seguito un corso di ergotecnica edile, in sostanza “tutto lo scibile sul cantiere”. Lo stesso professore teneva anche un modulo didattico per diventare coordinatori della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione, ed io ho pensato: “perché no?”
Da questa esperienza, ma non solo, nasce il piacere di stare in cantiere e di viverlo dall’interno a contatto con le maestranze, seguendo le lavorazioni e il processo costruttivo, attenta alla salute e alla sicurezza delle persone. Quando parli con gli operai impari tantissimo perché ti spiegano le cose con la semplicità di chi conosce la materia profondamente. Ed è proprio questa dimensione umana, di relazione interpersonale, la cosa più bella di questo mestiere.
Non mi piace essere chiamata “Ingegnere” perché non sono le parole a fare una figura professionale, però mi rendo conto di come, in questo ambiente, possa essere difficile riconoscere un ruolo tecnico ad una donna. Siamo poche, è una realtà. E obiettivamente, dobbiamo fare il triplo della fatica per farci apprezzare.
Mio padre mi ha sempre detto: “non sarà semplice, se vuoi farcela, devi tirare fuori gli artigli”. Lui è un geometra, e quando lavorava era spesso assente. Mi ha sempre raccontato del suo lavoro e mi ha fatto capire che non era un mestiere adatto ad una donna. È così che, intimamente, questa è diventata un po’ una sfida personale per provare che si può fare. Ora mi sostiene pienamente in questa scelta e quando è qui a Milano, viene ad aspettarmi fuori dal cantiere, osserva lo stato dei lavori, fa domande e parliamo per ore e ore.
Appena posso, torno a Bari. Mi metto davanti al mare, e respiro.

Foto ©Davide Curatola Soprana