mar, 24 settembre 2024

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Carlos Narbajo

1974, Pontista, gruista 
Nato a Lima (Perù), vive a Melegnano (MI)

Sono peruviano, nato nella capitale. Vivo in Italia dalla fine degli anni ’90. 
I miei genitori erano già qui da alcuni anni.
Mia madre andava e veniva, per stare con noi come poteva.
Poi, per curiosità, li ho raggiunti e, alla fine, sono rimasto anch’io.
Allora il mio mestiere era carpintero (falegname). Lavoravamo la caoba, termine indigeno che indica la pianta del mogano. Mi piaceva molto. Avrei voluto continuare, ma a quei tempi non era facile trovare lavoro: non conoscevo la lingua, né avevo l’esperienza giusta per i macchinari che si usavano qui.
Ho dovuto cambiare mestiere e oggi sono un pontista: mi occupo del montaggio e dello smontaggio delle strutture metalliche. Gestisco una squadra di sei persone. È un lavoro un po’ pesante e pericoloso: asse dopo asse, si crea lo spazio dove prima c’era il vuoto; ma se perdi l’equilibrio rischi di cadere. Soprattutto quando montiamo, dobbiamo stare molto attenti e usare sempre i dispositivi di sicurezza (cintura, caschi, corde) come tutti quelli che lavorano in altezza. Si tratta di valutare le lavorazioni, ma anche la tipologia di terreno su cui poggia la struttura, in modo da creare il giusto ancoraggio a terra e assicurarsi che i carichi siano ben distribuiti. Controllo spesso che sia tutto a posto. Se per caso è stato tolto un pianale, un corrente o un ancoraggio al muro, è lì che si annida il pericolo.
Mi rimane poco tempo per la famiglia, ma i miei figli sono ormai grandi e cercano i loro spazi. Quando li ho portati in Perù, abbiamo fatto un bel viaggio insieme a Machu Pichu. Per loro, che sono nati qui in Italia, è una meta turistica come un’altra. Non so se torneranno mai. Quando cresceranno, decideranno cosa vorranno fare.

Foto ©Alessandro Guida