mar, 24 settembre 2024

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Cecilia Patrizi

1984, Ingegnera-architetta 
Nata a Bologna, vive a Bologna

Sono ingegnera-architetta perché ho una formazione ibrida. 
Sento che mi si addice abbastanza perché mette insieme l’aspetto tecnico-artistico e la dimensione sociale. Quello che è l’architettura: dare forma agli spazi di vita delle persone.
Dopo gli studi a Bologna, ho fatto l’Erasmus a Valencia, in Spagna.
Rientrata in Italia, ho subito iniziato a lavorare in cantiere.
È stato un percorso insolito, ma mi è servito molto.
Ti fai le ossa in un mondo – quello delle costruzioni – che rimane quasi esclusivamente maschile.
Io cerco di essere molto onesta rispetto alle cose che so e alle cose che devo imparare.
L’esperienza conta e ci vuole presenza di spirito!
Nella progettazione esiste ancora uno squilibrio e c'è molto da fare per cercare di superare i pregiudizi e abbattere i luoghi comuni.
Il tema del ruolo femminile nel lavoro mi è molto caro. Sono convinta che la cosa più importante sia mettere in atto le proprie convinzioni nella vita quotidiana, al di là dell’attivismo. Se uno porta avanti queste tematiche con fermezza e semplicità, sono poi i comportamenti quotidiani che vanno ad incidere e produrre un cambiamento culturale.

Foto ©Davide Curatola Soprana