1958, Architetto, Coordinatore della sicurezza
Nato a Genova, vive a Milano
Sono venuto a Milano nel 1985.
Sono sbarcato qui e ho aperto lo studio perché a Genova era difficile lavorare, un ambiente chiuso con poche possibilità; Milano era diversa. Non conoscevo nessuno, ma bene o male e con gran fatica, la mia avventura è partita.
Oggi mi occupo di sicurezza. In ogni cantiere verifico tutte le imprese che devono entrare, tutte le documentazioni, e poi vado sul posto: durante i sopralluoghi, insieme ad un geometra dell’impresa appaltatrice e i suoi collaboratori, do le disposizioni, coordino, evito che si sovrappongano le lavorazioni, e poi, mi arrabbio, alzo la voce, urlo. Il mio ruolo purtroppo è anche questo.
SeiMilano è un cantiere imponente e a volte basta un niente, una disattenzione, perché si verifichi il peggio. Io sono il classico rompiscatole: quando arrivo tutti si mettono il casco e corrono a mettersi a posto.
Ma non è così! Bisogna che tutti, dagli operai ai geometri, mi vedano per quello che sono: un aiuto per evitare o limitare l’errore. C’è ancora poca sensibilità sul tema sicurezza: dai vertici all’ultimo dei manovali. Soprattutto loro. Il decreto-legge 81/2008 è stato fatto per l’operaio, perché non si faccia male, perché il tema della sicurezza diventi centrale nel lavoro quotidiano. Ma c’è davvero ancora troppa poca sensibilità e si fa fatica.
A me piace l’edilizia e sono sempre stato appassionato di architettura. Oggi, sono un po’ disamorato.
Foto ©Davide Curatola Soprana