1976, Architetto
Nato a Bologna, vive a Bologna
Io mi sono innamorato dell’architettura come succede nella vita, in maniera fortuita. Ne ho un ricordo molto nitido. Ero un ragazzino e mi sono ritrovato tra le mani un fascicolo che illustrava i progetti degli stadi dei mondiali di calcio del ’90. Avevano una grafica accattivante e hanno decretato la mia scelta di vita e Architetto sia! Il cantiere per me è un’emozione enorme. Progetti, pensi, disegni e poi arrivi in cantiere: vedere le fasi di realizzazione è energia pura. Non ho mai avuto dubbi anche se la sfida è continua. L’aspetto creativo è solo uno dei tanti elementi che compongono questo mestiere. All’inizio parti con la convinzione che questa passione si possa esprimere quotidianamente, poi capisci che la vera difficoltà è tenere insieme tutto quello che serve per arrivare al compimento dell’opera (aspetti normativi, burocratici, permessi) e quindi la percentuale di tempo dedicata alla parte creativa la vedi ridursi sempre di più. Però la sfida nella sfida è tenere viva quell’idea, quel sogno. Mantenere l’impegno del progetto e portarlo a termine, perché l’architettura ha una grande responsabilità: riguarda tutti e dà forma al paesaggio che abitiamo.
Foto ©Davide Curatola Soprana